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Incensi in grani

L’incenso è la resina solidificata proveniente dalle secrezioni delle piante della famiglia delle Burseracee. All’interno di tale famiglia sono due i generi più importanti: Boswellia (che origina un incenso detto Olibano) e Commyphora (da cui proviene la mirra). La resina viene prodotta o per essudazione spontanea o in seguito ad un processo d’incisione sul tronco, fino ad un massimo di 12 incisioni l’anno e con una produzione da 1 a 3 kg per pianta. Dopo circa un mese la gommoresina sarà sufficientemente indurita per essere raccolta e selezionata.

Una volta poste su una fonte di calore (ad esempio su un’incensiera con carboncino per incenso o su un bruciatore per oli essenziali dotato di candelina) emaneranno un profumo derivato dalla gamma di composti volatili aromatici (terpeni), presenti con quantità e qualità diverse per ogni resina.

Di seguito le principali resine pure che potete trovare in Erboristeria Antica Tradizione. L’elenco può non essere esaustivo e può comunque variare durante l’anno a seconda della disponibilità o di eventuali novità introdotte.

OLIBANO D’ARABIA (BOSWELLIA CARTERI)

Dall’ incisione della corteccia delle piante ne esce un liquido biancastro, colloso e lattiginoso che solidifica (difesa naturale della pianta in seguito alla lesione). Le piante raggiungono i 6 m di altezza e i rami assumono forme particolari. Crescono in zone sassose e desertiche. L’albero dell’incenso fu chiamato così dal nome del botanico scozzese Johann Boswell mentre la specie dal nome del medico inglese H.J. Carter.  Sono numerose le specie di Boswellia e la carteri è certamente tra le più diffuse (insieme alla serrata ed alla sacra). Proviene dall’Oman e dalla Somalia. Fragranza: in ambienti caldi e all’aperto emana  note  limoncine.

OLIBANO D’ETIOPIA (BOSWELLIA RIVAE)

L’Olibano d’Etiopia si presenta in caratteristiche masse solide brune, originate da una rara Burseracea: la Boswellia rivae, una xerofila endemica degli altopiani desertici dell’Etiopia. Si tratta di un pregiatissimo prodotto aromatico naturale che non presenta particolari difficoltà di raccolta se non quella di doversi avventurare in zone aridissime quanto impervie: l’arbusto, infatti, secerne la resina spontaneamente che coagula spontaneamente. Fragranza:  molto agrumata, limone.

OLIBANO MIGIURTINO (BOSWELLIA FREREANA)

Dalla B. frereana, una particolare Burseracea, si utilizza il tegumento intriso di resina, la cui raccolta risulta difficoltosa a causa deli ambienti in cui si trova la pianta. E’ un arbusto xerofilo che cresce su scoscese pareti rocciose, al confine tra Etiopia e Somalia. Fragranza: speziata.

BORENA (BOSWELLIA NEGLECTA)

La Boswellia neglecta, che dà origine all’incenso chiamato comunemente borena, è una pianta che può arrivare fino ad un’altezza di 6 metri, e cresce nelle regioni a sud dell’Etiopia: Bale, Gamo Gofa, Hararghe e Sidamo, dove è chiamato Dakara, in lingua oromo. La resina che produce, d’ottima qualità, può essere nera o bianca, ed è prodotta per essudazione spontanea dalle ferite della pianta. Fragranza:fresco e legnoso.

BEYO (BOSWELLIA SACRA)

La Boswellia sacra è una pianta che può arrivare ad un’altezza di 8 metri e cresce sulle superfici rocciose delle montagne somale, tra i 5 ed i 1230 metri s.l.m. Il beyo è prodotto tramite incisione tra maggio e gennaio e viene raccolto dopo circa due settimane. E’ utilizzato per il suo pregiato profumo nelle cerimonie religiose, ma anche masticato come antisettico del cavo orale. Fragranza: cedro, mandarino.

BETEKRISTIAN (BOSWELLIA PAPYRIFERA)

La B. papyrifera cresce prevalentemente a nord dell’Etiopia, nella regione del Tigray, ad un’altitudine di 2000 mt s.l.m.. La resina che produce, ottenuta tramite incisioni sulla corteccia, è l’incenso bruciato da secoli nei turiboli durante le funzioni religiose della Chiesa Ortodossa Etiope. Tradizionalmente è utilizzato per le sue proprietà antisettiche e contro la tosse. Fragranza: dolciastra, agrumi.

INCENSO LACRIME DI PURA MIRRA ROSSA (COMMYPHORA MYRRHA)

La Mirra è l’oleoresina naturale, solidificata all’aria ed al sole, essudata (mediante incisione) dal fusto della Commiphora myrrha (Burseracee), un arbusto che raggiunge i dieci metri di altezza e vegeta esclusivamente in Africa orientale e nella penisola arabica. Benché la sua notorietà nell’immaginario collettivo resti legata ai Re Magi, non per questo si deve perdere il ricordo che per secoli essa venne adoperata (peraltro con eccellenti risultati) come antinfiammatorio e cicatrizzante. L’indiscutibile qualità di queste lacrime di pura Mirra Rossa è dovuta essenzialmente all’alto pregio delle piantagioni d’origine.
Fragranza: dolciastra, odore terroso e aromatico.

OMUMBIRI (COMMIPHORA WILDII)

La Commiphora wildii, specie endemica prevalente tra le specie di Commiphora presenti in Namibia, cresce sui versanti rocciosi tra i 600 ed i 1000 m s.l.m., nelle regioni a nord. Ha un’altezza media di circa 2 m, ma si estende per quasi 8 m in orizzontale. Durante la stagione secca la resina viene essudata spontaneamente dalla pianta e si consolida all’aria in qualche settimana. Viene raccolta prima della stagione delle piogge dalle donne Himba, che la utilizzano per il suo gradevole profumo, mescolandola col burro e l’ocra, facendone una sorta di balsamo che viene spalmato sulla pelle. Fragranza: arancio dolce.

OPOPANAX (COMMIPHORA GUIDOTTII)

Chiamata anche mirra profumata, questa resina nasce nei caldi bassopiani a sud dell’Etiopia, (Sidamo e Bale), tra i 250 e i 400 m s.l.m. La resina è prodotta spontaneamente dalle ferite sulla corteccia di questa pianta, le cui dimensioni possono variare dal cespuglio all’albero di medio fusto. Fragranza: dolce, fruttato, sottobosco

LUBANJA (STYRAX BENZOIN)

Ottenuto tramite incisione della corteccia, è l’incenso utilizzato in Etiopia per la cerimonia del caffè, vero e proprio rito durante il quale, dopo aver tostato i chicchi di caffè, ne viene fatto annusare l’intenso aroma, addolcendolo, bruciando a parte del Lubanja. Nella medicina tradizionale è impiegato per le sue proprietà rilassanti e come regolatore dei disturbi del ciclo mestruale. Fragranza: dolce, leggermente vanigliato.

PURO BALSAMO STORACE NERO (LIQUIDAMBAR ORIENTALIS)

Detto anche ambra orientale, lo storace si trova in Asia Minore e si ottiene dal Liquidambar orientalis, pianta ad alto fusto che vegeta nelle impenetrabili foreste anatoliche del Marmaris. La sua produzione è effettuata secondo la procedura originaria: energicamente percossa, la pianta in qualche settimana genera un denso balsamo chiaro patologico (lo storace resinoide). Questo viene successivamente asportato per amalgamarlo con la corteccia del fusto (preventivamente triturata); il tutto rimane quindi sepolto per alcuni mesi. La “fortunata” macerazione che ne deriva dà origine al profumatissimo Storace nero. Fragranza: agrumata con note dolci.

PERLE DI PURO MASTICE GRECO (PISTACIA LENTISCUS)

Il mastice, ovvero la resina trasparente del lentisco, proviene dall’isola greca di Chio. E’ una delle materie prime aromatiche più ricercate ed apprezzate fin dall’antichità. Candida resina dall’aspetto opalescente, prodotta incidendo fusto e rami di una pianta laggiù endemica ed abbondante: il Lentisco (Pistacia lentiscus) un arbusto sempreverde della famiglia delle Anacardiacee di cui ne vegeta in quell’isola una pregiata varietà. Dalle incisioni (praticate per lo più nella stagione estiva) stilla pian piano un lattice vischioso che rapprende all’esposizione degli agenti atmosferici. Le lacrime solidificate, dal tipico colore giallognolo, vengono quindi raccolte e sottoposte ad un procedimento di lavaggio onde eliminarne le impurità contenute: il Mastice assume così il suo tipico aspetto niveo.
Fragranza: note delicate e balsamiche

COPALE

Di origine messicana, oggi il copale è coltivato anche in Africa e in India. Sono diverse le specie botaniche da cui si ricava la resina, come ad esempio il copale dell’India, Canarium bengalese, o il copale Manila, Aghatis alba. I Maya ritenevano che la resina più pregiata fosse quella ricavata da un albero colpito da un fulmine, e sarebbe stata così utilizzata tradizionalmente in riti per dare forza agli uomini. In Centroamerica sono tre i tipi più importanti: il copale trasparente, di colore giallo-biancastro e dal profumo leggere, fruttato che ricorda un po’ l’incenso, stimola le attività spirituali e mentali; il copale nero, il più costoso e pregiato (difficilmente reperibile) dall’aroma balsamico e dall’effetto calmante; il copale oro, dal colore ambrato ed dal profumo delicato e caldo, utilizzato in tecniche di immaginazione e visualizzazione.